Vitaliano Ranucci

Jeroen Rooduijn

Napoli,
29 settembre 1978

“Sono arrivato a Napoli nell’estate del 1976. Sociologo olandese, ricercatore del nostro C.N.R., ci dovevo stare per due anni per motivi di studio. Anzi: mi ero impegnato a vivere in due paesi della Campania. Uno di questi paesi era Sparanise, il paese di Vitaliano Ranucci.

Ero colpito, allora, dalla speranza di molti Napoletani, meridionali, che si potesse cambiare qualche cosa in Italia, che, più specificamente, proprio la crisi economica potesse dare la spinta a risolvere la “questione Meridionale” in un modo nuovo. Erano stati in gran parte i risultati delle elezioni del 20 Giugno 1976 a farmi credere questo. Dopo due anni la situazione sembra rovesciata. 

Di cambiamenti, mi assicura la gente non ce ne sono stati molti. In molti, la speranza sembra spenta – o c’è addirittura la rassegnazione. Ci sono già i tentativi di “restaurazione”. Quello che colpisce adesso, nella non-speranza, è il frequente rifiuto di aspetti importanti della propria realtà sociale. 

E infatti, è molto logico questo rifiuto. In questi paesi del Mezzogiorno, Sparanise però, non è tra i peggiori! Magari manca un po’ di tutto. 

D’altra parte, col rifiuto non si cambia nulla.

Secondo me, è in questo quadro che si deve vedere l’arte di VITALIANO RANUCCI. Vitaliano non rifiuta. Vedendo le sue incisioni (e specie quelle delle scene paesane che, credo, siano le più belle), uno si rende conto che lui, in modo, sì, silenzioso, ma non meno e forse più efficace di come lo fanno altri, esprime la dignità degli uomini e delle donne di questa Terra di Lavoro, del loro lavoro e della loro vita.

È questo l’atteggiamento – certamente difficile per molte persone, ma diverse da Vitaliano – che ammiro in alcuni artisti italiani. 

C’è un CARLO LEVI, che nel suo libro “Cristo si è fermato a Eboli” descrive la realtà di un paese sperduto della Lucania, dove era, nota bene in confino politico. La descrive con più amore di tanti che a paesi del genere sono andati in piena libertà. C’è un PIERPAOLO PASOLINI, che in una sua poesia descrive appunto, questa Terra di Lavoro, in modo bellissimo, come cosa valida. (È a questa poesia di Pasolini che pensavo, quando leggevo che l’arte di Vitaliano Ranucci è stata chiamata “poesia visibile”). 

E’ questo di Vitaliano Ranucci l’atteggiamento del quale in questa situazione tanto difficile hanno bisogno i paesi come Sparanise, i paesi del Mezzogiorno d’Italia”.